Lโaltare di forma quadrata รจ nascosto da una parete lignea chiamata iconostasi, ornata da icone di Cristo e della Vergine Maria seduti in trono, da una raffigurazione dellโUltima Cena e da alcuni tondi raffiguranti i quattro Evangelisti e lโAnnunciazione. Tre porte, di cui quella centrale di maggiori dimensioni (chiamata Porta Bella), permettono lโaccesso allโaltare e vengono aperte solamente nelle celebrazioni liturgiche. Elemento caratteristico delle chiese di rito bizantino, lโiconostasi mette in evidenza il mistero di Dio che si mostra (le icone a fronte sono simbolo della Sua incarnazione) e allo stesso tempo rimane nascosto (la presenza misteriosa sullโaltare).
L'icona
LโIcona
La chiesa parrocchiale รจ ricca di icone (icona deriva dal grecoย eikรดnย e significa letteralmente "immagine", "ritratto"), ossia di pregevoli raffigurazioni sacre della vita di Gesรน, della Vergine Maria, degli Angeli, dei santi. Sintesi degli elementi delle tradizioni teologiche, spirituali e liturgiche delle chiese orientali, in special modo di quella bizantina, lโicona รจ un'opera di estrema bellezza, destinata principalmente al culto e alla preghiera dei fedeli.
Una icona รจ bella per la Veritร che mostra: piรน riesce in questo intento, piรน lโicona รจ valida teologicamente. Per chi la contempla รจ una finestra apertaย dalย mondo del divino, poichรฉ trasfigura e spiritualizza tutto ciรฒ che in essa รจ raffigurato. A differenza dellโarte religiosa occidentale, dove molto viene affidato allโestro dellโartista che nella sua sensibilitร plasma la raffigurazione, lโicona รจ realizzata secondo tecniche, stili, colori e modelli ben determinati che ne esprimono precisi significati.
La discesa agli inferi
Questa icona sintetizza il mistero della salvezza realizzata da Gesรน Cristo. Il Verbo, la II persona della Trinitร , con la sua incarnazione assume la natura umana e attraverso il suo mistero pasquale (morte e risurrezione) la risolleva misticamente, divinizzandola.
Al centro dellโicona cโรจ il Cristo glorificato che scende agli inferi, ne distrugge le porte (raffigurate sotto i suoi piedi) e prende dai polsi, strappandoli dai loro giacigli, Adamo ed Eva, progenitori e rappresentanti dellโumanitร decaduta con il peccato. Egli li risolleva dalla situazione e dalla conseguenza della caduta, elargendo il dono specifico della Risurrezione: lo Spirito Santo, che viene dato allโumanitร per lโunica sua mediazione. Lโuomo con Cristo รจ lโuomo nuovo, realizzato e inserito con lo Spirito Santo nella dimensione della vita divina.
โLa piรน ampia dei cieliโ
Quando lโArcangelo Gabriele apparve a Maria per annunciarle che diverrร la Madre di Dio, la salutรฒ con le seguenti parole: ยซrallegrati, o piena di graziaยป. Questa espressione รจ la chiave di volta per interpretare tutto il mistero mariano nella economia della salvezza. ร piena di grazia perchรฉ รจ piena dello Spirito Santo che scenderร in lei e le farร concepire il Verbo eterno. Il suo seno diventerร dimora di un bambino che รจ il Dio dei secoli. Tutto per opera dello Spirito Santo.
Lโicona mostra Maria nella sua maestร di Madre di Dio, avvolta nelย Maforionย e rivestita della tunica splendente, in atteggiamento orante. Nel centro del suo seno, in un cerchio, vi รจ inscritto il bambino Gesรน, che รจ stata capace di contenere nel suo piccolo grembo. Mentre i cieli nella loro pienezza e profonditร non sono capaci di contenere ilย Dio immenso, lei, Maria, รจ riuscita a contenerlo nel suo piccolo seno. Ecco quindi il significato del titolo โpiรน ampia dei cieliโ, in greco,ย platitera ton uranon.
San Giorgio Megalomartire
Nelle icone piรน antiche il santo รจ raffigurato senza cavallo, in piedi, in vesti militari e con aspetto giovanile. Nel tardo medioevo venne dipinto a cavallo con il mantello rosso al vento, nellโatto di brandire la lancia con cui uccidere un drago e liberare una fanciulla. ร il caso dellโicona qui raffigurata. Il santo, con la potenza della sua fede e con la testimonianza del martirio, libera la chiesa dal paganesimo, simboleggiato dal drago che viene ucciso. Il martirio collega il santo alle sofferenze di Cristo perchรฉ, come ilย Maestro, Giorgio ha offerto sรฉ stesso come olocausto vivente.
Lโicona vuole evidenziare la fede del martire che si traduce nel servizio agli altri fratelli, liberandoli (la fanciulla liberata simbolizza la chiesa) da qualsiasi elemento che ostacola il trionfo della veritร . San Giorgio martire annuncia che la libertร รจ Cristo stesso, il solo capace di liberare lโuomo nella sua totalitร .
Cappella di San Giorgio
Le due cappelle laterali sono dedicate ai santi patroni, ossia san Giorgio megalomartire e la Madonna del Rosario e ne contengono le statue lignee di scuola napoletana di pregevole fattura. In particolare la cappella di san Giorgio, nellโultimo restauro รจ stata decorata di pregevoli affreschi di scuola cretese e di un bellissimo lampadario in stile bizantino.
La Festa Patronale
La festa patronale di san Giorgio รจ uno degli avvenimenti principali dellโanno che coinvolge tutta la comunitร . I festeggiamenti iniziano il ventidue di aprile, quando tra l'immensa folla, la statua del santo รจ portata dalla cappella a lui dedicata al centro della Chiesa, accompagnata nella sua breve processione dal suono delle locali bande musicali che per l'occasione intonano nuove marce sinfoniche. Atteso il buio della sera, una delle due bande musicali si dirige in Chiesa dove va a ricevere la benedizione del santo e suonando, compie il giro delle vie nelle quali il giorno dopo, passerร la processione. Nelle gjitonie (vicinato) si accendono grandi falรฒ preparati dalla gente del posto che, attendendo i suonatori con in mano una bottiglia di vino e i taralli, festeggiano la ricorrenza dellโonomastico, poichรฉ in ogni buona famiglia sangiorgese cโรจ qualcuno che in quel giorno festeggia il proprio onomastico.
La Festa Grande
Il mattino seguente, giorno della festa, la gente รจ risvegliata dagli scoppi dei fuochi pirotecnici e il suono delle campane a festa che annunciano lโinizio della Liturgia. Tra le bancarelle di Via Roma e gli auguri ai tanti Giorgio, la gente si dirige in Chiesa e tutti si preparano allโavvio della processione che viene preceduta da un grande stendardo tenuto in mano con maestria da alcuni preposti. Lโeffige del santo esce dalla Chiesa e tra il suono delle campane, i fuochi pirotecnici e le bande musicali, lโatmosfera si fa carica di emozioni. La processione ha inizio e i balconi delle case si presentano rivestiti di maestose coperte, messe lรฌ a salutare in modo regale il passante tanto illustre. Finita la processione tutti si recano nelle case per festeggiare questo giorno con un pranzo solenne e tra i brindisi fatti in onore dei Giorgio, si giunge alla sera, che trascorre lieta, passeggiando e salutando gli amici di sempre e quelli che per lโoccasione della festivitร sono rientrati in paese.
I primi giorni del mese di maggio sono dedicati ai preparativi della festa e madhe (festa grande): il corso principale si riempie di luci, le bande musicali affilano le loro opere e la gente commenta la scelta dei cantanti. Il sabato precedente la seconda domenica di maggio riaprono i festeggiamenti e una delle bende musicali, compiendo il giro notturno, indica il percorso che sarร della processione del giorno dopo, mentre in piazza un gruppo musicale allieta i numerosi presenti. La mattina seguente, giorno della festa e madhe, tutti vanno in Chiesa ad attendere lโavvio della processione che per lโoccasione รจ organizzata in modo solenne. La statua di san Giorgio ripercorre le vie del paese e viene accolta dalla gente che offre confetti e doni pregiati, come le donne anziane, che lasciano al santo il loro costume arbรซresh in segno di protezione e di misericordia. La sera, la gente accorre anche dai paesi vicini e tutti attendono di ascoltare il concerto di un cantante o di un gruppo famoso e di vedere i grandi fuochi pirotecnici. Nel frattempo tutti si accalcano tra le bancarelle di Via Roma salutando i conoscenti e intrattenendosi con gli amici davanti ad un bicchier di vino.
Con la terza domenica di maggio, giorno dellโottava, si concludono i festeggiamenti. La sera precedente una delle due bande aveva fatto il grande concerto e di sera la segue lโaltra. Il giorno trascorre come i precedenti con la processione, i fuochi pirotecnici, le bande musicali.
Il successivo lunedรฌ verso le cinque di sera tutti si ritrovano in Chiesa, dove tra lโemozione di molti la statua viene riposta nella sua cappella. Il parroco a fine celebrazioni fa il resoconto della festa e tutti ne commentano i risultati. Piรน tardi, accompagnati dalle marcette festose delle bande musicali, come fu la sera del ventidue di aprile, tutti si recano in piazza perchรฉ รจ giunto il momento della riffa dei galli, che i devoti al santo hanno offerto in segno di riconoscenza e di protezione. Molti dei presenti si preparano per fare le offerte e si organizzano in gruppi per accaparrarsi uno dei galli, per poi gustarlo in una serata da trascorrere in allegra compagnia.
La voce dell'Oriente
Molte comunitร arbรซreshe conservano il tesoro della tradizione liturgica bizantina come modo di esprimere e vivere la fede cristiana. Questa tradizione si รจ formata lungo i secoli a Bisanzio (da cui bizantina) che diventa poi Costantinopoli, la capitale dellโImpero Romano dโOriente dal 330 al 1453. Durante il Medioevo altre Chiese hanno assunto questa ereditร spirituale, teologica e liturgica, facendola diventare la piรน diffusa in tutto lโOriente cristiano (basti pensare ai grandi Patriarcati di Alessandria, Antiochia e Gerusalemme e, nei secoli successivi, la Russia, Romania, Serbia, Bulgaria, Albania โฆ).
Nel 1054 le diversitร sociali culturali e politiche portarono alla separazione tra la Chiesa Romana e la Chiesa Bizantina. I motivi di questa rottura sussistono nelle diverse interpretazioni di alcuni passi del Nuovo Testamento, specialmente riguardo al ministero dellโApostolo Pietro assunto dal Papa di Roma. Nei secoli successivi le due Chiese hanno cercato di riavvicinarsi e furono fatti vari tentativi di unione, tra i piรน celebri quello del concilio di Ferrara - Firenze (1431-1442), che rappresentรฒ per i nostri avi arbรซreshรซ la possibilitร di essere accolti nel territorio italiano come fratelli della stessa fede. Cosรฌ, anche se lโespressione liturgica era ed รจ tuttโora differente, le nostre comunitร , che per origine vengono dallโOriente, oggi sono in comunione con il Papa nella Chiesa Cattolica.
La parrocchia di San Giorgio Albanese fa parte della Eparchia (Diocesi) di Lungro, istituita il 13 febbraio 1919 da papa Benedetto XV, affinchรฉ le comunitร Arbรซreshรซ che ancora mantenevano la tradizione liturgica, teologica e spirituale bizantina, potessero essere organizzate sotto la guida spirituale di un unico Vescovo. Esse precedentemente erano sottoposte alla giurisdizione di piรน Vescovi di rito Romano che non sempre accettavano la loro diversitร di costumi, lingua ed espressione religiosa.
Liturgia eucaristica bizantina
Con il nome di โDivina Liturgiaโ sono indicate le celebrazioni eucaristiche delle Chiese legate all'ereditร teologica, liturgica e culturale della Chiesa di Costantinopoli. Tra le liturgie orientali, quella bizantina รจ tra le piรน conosciute in Occidente, soprattutto per il diffondersi di Chiese Cattoliche Orientali di rito bizantino e Chiese Ortodosse. Normalmente per il culto eucaristico si usano due anafore (liturgie): quella detta di San Giovanni Crisostomo, di uso quotidiano e quella detta di San Basilio che, per la sua solennitร viene celebrata dieci volte l'anno, (la vigilia del Natale, la festa di San Basilio, la vigilia dell'Epifania, le cinque domeniche di Quaresima, il Giovedรฌ Santo, il Sabato Santo). Durante la Quaresima, il mercoledรฌ e venerdรฌ si celebra la Liturgia dei Doni Presantificati (detta anche di san Gregorio Magno) che รจ un ufficio vespertino con la comunione allโEucaristia consacrata il giorno festivo precedente. In alcuni luoghi, una volta all'anno, il 23 ottobre, si celebra la Liturgia di San Giacomo di tradizione gerosolimitana.